«Paesi e secoli differenti: li accomuna un unico anelito di libertà, seguire il ‘Maestro, essere coerenti fino al Martirio.»
Agrigento – «Rosario Livatino verso l’Altare» “Un Laico… un Giudice che la Chiesa ci indica come Esempio!” –
«Sullo stradale fra Canicattì e Agrigento viene ucciso il magistrato Rosario Livatino che indagava sui mafiosi dell’Agrigentino. Il rappresentante di commercio Piero Nava, che passava con la sua macchina, ha testimoniato contro gli esecutori del delitto ed è stato costretto a cambiare nome e a risiedere in località segreta. Condannati come esecutori Paolo Amico, Domenico Pace, Giovanni Avarello e Gaetano Puzzangaro, come mandanti Salvatore Calafato, Antonio Gallea, Giuseppe Montanti e Salvatore Parla, capi della Stidda.» (Tratto dalla Agenda antimafia edita dal Centro siciliano di documentazione antimafia “Peppino Impastato”)
SANTI ANDREA KIM TAEGÒN, SACERDOTE E PAOLO CHÒNG HASANG E COMPAGNI MARTIRI
Per l’apostolato di alcuni laici la fede cristiana entrò in Corea agli inizi del secolo XVII. Pur senza la presenza dei pastori, si formò una forte e fervorosa comunità, guidata e coltivata quasi unicamente da laici fino all’anno 1836, quando i primi missionari provenienti dalla Francia si introdussero segretamente nella regione. Da questa comunità – nelle persecuzioni degli anni 1839, 1846, 1866 e 1867 – sorsero 103 santi martiri fra cui si segnalano il primo prete coreano Andrea Kim Taegòn, ardente pastore di anime, e l’insigne apostolo laico Paolo Chòng Hasang. Tutti gli altri, in gran parte laici – uomini e donne; sposati e non, vecchi, giovani e bambini – associati nel martirio sigillarono con il sangue la meravigliosa primavera della Chiesa coreana.