giovedi 7 luglio 2011 a ore 17.00 – Palazzo D’Amico
«AREA AD ALTO RISCHIO DEL MELA»
“TRA MANCATO RISANAMENTO E PROCEDURE DI INFRAZIONE”
Alla ricerca degli obiettivi, delle strategie e delle alleanze per il rilancio urgente di una politica per il risanamento del comprensorio milazzese.
Presiede: Pippo Ruggeri (pres. Legambiente del Tirreno)
Modera: Salvatore Gitto (consigliere comunale Milazzo)
Intervengono: Enzo Parisi (resp. Dip. Industria Legambiente Sicilia) – Eugenio Cottone (pres.Ord. Chimici PA, del Cons. Naz. Chimici)
IL COMUNICATO:
Legambiente del Tirreno, dopo nove anni dalla Dichiarazione di alto rischio di crisi ambientale per la Valle del Mela non seguita da fatti concreti, stigmatizza la situazione come un vero e proprio fallimento istituzionale, e ritiene necessario riprendere le fila dell’analisi politica.
Legambiente del Tirreno –Via Baronello, 1 – Milazzo (ME) 338 -1467505 e-mail: legambientetirreno@tiscali.it
Il pensiero di Legambiente del Tirreno
Il pensiero di Legambiente del Tirreno
Con la dichiarazione di area ad alto rischio, sia pure in modo contraddittorio, si è sostanzialmente riconosciuta la necessità nel comprensorio milazzese di promuovere una politica di risanamento, contro il degrado ambientale e i pericoli che affliggono la vita e la salute di migliaia di persone.
Tuttavia a questo riconoscimento non sono seguiti i fatti consequenziali, anzi dopo nove anni possiamo dire che si è acuita la condizione di sistematica violazione delle leggi in materia ambientale favorendo una logica industriale di tipo predatorio. Così sono stati in buona misura vanificati gli sforzi di concertazione su un progetto condiviso per lo sviluppo sostenibile. Dopo nove anni le spinte positive venute dalle vocazioni turistica, agricola, florovivaistica e artigiana sono state accantonate. E lo stesso comparto industriale, che ha perduto numerose attività, con grande fatica cerca di rilanciarsi in settori trainanti, ma non riesce a dotarsi di moderne infrastrutture di servizio (pontile commerciale di Giammoro, piattaforma logistica intermodale, ecc.).
Già in passato Legambiente del Tirreno ha sostenuto che l’inquinamento, dovuto soprattutto ai grandi impianti energetici, oltre a costituire un fattore di degrado ambientale, penalizza e condiziona lo sviluppo economico. Dunque una politica di risanamento appare più che mai indispensabile per avviare buone prospettive per un’economia integrata, capace di confrontarsi con i mercati secondo un modello di sviluppo armonico ed ecocompatibile.
La dichiarazione di alto rischio avrebbe comportato l’obbligo della redazione di un piano con obiettivi di risanamento certi per la qualità dell’aria e per la bonifica delle acque e del suolo, e la sua applicazione per un ripristino di accettabili condizioni ambientali e sanitarie entro un periodo di cinque anni, con un effetto di liberazione delle forze sane nel campo produttivo e della legalità.
Abbiamo invece assistito ad un periodo di demagogici proclami, durante il quale l’attenzione verso i danni all’ambiente e alla salute, è stata deviata e privata di ogni democratico sbocco verso mete positive, mentre il quadro politico e istituzionale non ha prodotto nulla di significativo.
L’arte pseudopolitica di promuovere istituti vuoti (o di svuotarne le potenzialità minandone l’efficienza), di favorire la deregulation contro ogni sviluppo ordinato e di permettere la sistematica violazione (o l’inapplicazione) dell’intero quadro delle norme ambientali, determina la diffusione di gravi conseguenze. Una delle principali è che i soggetti che agiscono sul territorio possono impunemente derogare ai loro obblighi di legge, mentre l’illegalità diventa ordinaria, quasi un diritto acquisito. Anzi, se qualcuno, nel campo degli illeciti in materia ambientale, cerca di opporsi, viene a
sua volta contestato. Mentre, nel campo avverso, è premiato con prestigiosi avanzamenti di carriera chi dimostra di riuscire a presentare i propri reati ambientali come capacità manageriali e di successo nelle comunicazione sociali.
sua volta contestato. Mentre, nel campo avverso, è premiato con prestigiosi avanzamenti di carriera chi dimostra di riuscire a presentare i propri reati ambientali come capacità manageriali e di successo nelle comunicazione sociali.
A questo punto, avendo perso la percezione collettiva che ci troviamo immersi in un sistema di illegalità, l’illecito è diventato una capacità professionale della quale vantarsi, magari ostentando come gloriosi risultati i frutti e prodotti dei propri reati, in ordine a qualunque forma di occupazione e devastazione territoriale ed ambientale.
Di contro nasce la necessità di una nuova cultura sociale che spinga alla legalità, all’applicazione delle normative per il controllo del territorio, in questo ed in altri settori. E’ necessario recuperare la capacità collettiva di analisi politica sul nostro territorio, l’organizzazione della società civile e l’azione delle associazioni ambientaliste Sono in molti che si riempiono la bocca di libertà e democrazia, ma la risposta più bella viene da una canzone di Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero/ non è neanche avere un’opinione/ la libertà non è uno spazio libero/ libertà è partecipazione.”
Un invito quindi alle amministrazioni ad essere aperte alle richieste della gente ed una sollecitazione ai cittadini perchè trovino il senso della collaborazione per il bene comune e per una vera partecipazione.
Legambiente del Tirreno –Legambiente del Tirreno –Via Baronello, 1 – Milazzo (ME) 338 -1467505 e-mail: legambientetirreno@tiscali.it