Nella Basilica Archimandritale del SS. Salvatore, sabato 19 Febbraio 2011, si è festeggiato il 43° anniversario della nascita della Comunità di Sant’Egidio.
La celebrazione Eucaristica è stata presieduta da padre Cesare Di Pietro, direttore del Seminario PioX, insieme a Padre Antonio Cucinotta (Rito bizantino), Don Felice Bruno FdP (delegato per l’Ecumenismo), e un altro religioso Salesiano. Presenti oltre al Padre Ortodosso Costantain Epure, Padre Felice Scalia SI e il caro Don Olimpio Simonato (52 anni di sacerdozio il prossimo due aprile). tantissimi i giovani e i ‘piccoli insieme alle loro famiglie. Nutrita anche la presenza delle persone dotate di bianca capigliatura.
Un appuntamento importante. La condivisione dei carismi di una Comunità, che opera senza cercare le luci della ribalta, nella semplicità e nella concretezza. Comunità che mette al primo posto la preghiera, fonte e primizia di ogni passo successivo. Al termine della Messa, ne ho parlato con Carmelo Monastra, che ha scandito l’inizio di questo movimento a Roma nel 1968.
Promotore ed artefice della COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO, il giovane Andrea Riccardi, che in controtendenza con le scelte fatte da una parte del mondo giovanile – la cosidetta Rivoluzione del ’68 – riunisce un gruppo di liceali, com’era egli stesso, per ascoltare e mettere in pratica il Vangelo. Nel giro di pochi anni la loro esperienza si diffonde in diversi ambienti studenteschi e si concretizza in attività a favore degli emarginati. Nei quartieri popolari della periferia romana inizia il lavoro di evangelizzazione che porta alla nascita di comunità di adulti. (con il contributo di Wikipedia). In proposito riporto un episodio raccontato lo scorso anno «Nell’omelia è stato narrato un episodio del 1976. Nell’Ospedale napoletano, il Celebrante, che fungeva le funzioni di cappellano, aveva notato che i vecchietti venivano curati in modo esemplare, ma non dai familiari , bensì da due giovani che si alternavano, con assiduità, dandosi il cambio. Questi Giovani facevano parte della Comunità di Sant’Egidio. Non facevano parte di una Comunità religiosa, ma erano giovani studenti che praticavano lo spirito umile del Vangelo, costruendo ponti generazionali di fraternità e di accoglienza. E’ questo il loro tratto caratteristico, mettere al primo posto i poveri, perchè essi sono i veri amici di Dio.»
«Dal 1973, nella chiesa di Sant’Egidio in Trastevere, la prima chiesa della Comunità, si dà il via alla consuetudine della preghiera comunitaria serale, che da allora accompagna la vita di tutte le comunità ovunque nel mondo. Nella seconda metà degli anni Settanta, la Comunità comincia a radicarsi anche in altre città italiane e, poi negli anni Ottanta, a diffondersi in Europa, Africa, America e Asia. Sin dalle origini, il servizio ai più poveri, alla dignità umana e ai diritti della persona caratterizza, assieme alla preghiera e alla comunicazione del Vangelo, la vita della Comunità che ha costruito forme di aiuto e di amicizia in mezzo a forme di povertà vecchie e nuove (anziani soli e non autosufficienti, immigrati e persone senza fissa dimora, malati terminali e di Aids, bambini a rischio di devianza e di emarginazione, nomadi e handicappati fisici e mentali, tossicodipendenti, vittime della guerra, carcerati e condannati a morte). I poveri sono compagni abituali della vita e dell’attività dei membri della Comunità, come amici e parte della loro famiglia. Ed è proprio questa amicizia che ha condotto Sant’Egidio a comprendere meglio come la guerra sia la madre di tutte le povertà, e dunque a un impegno esplicito a favore della pace. Il 18 maggio 1986 il Pontificio Consiglio per i Laici decreta l’erezione della Comunità di Sant’Egidio come associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio.» (fonte Wikipedia)