Un richiamo per tutti, per mettere al primo posto l’Uomo.
Come recita art.1 della Costituzione Italiana e come da almeno cento anni, a iniziando dalla “Rerum Novarum”, ci ricorda la Chiesa, il lavoro è un diritto dell’Uomo.
Così si esprime il Concilio Vaticano II nella “Gaudium et Spes” al n° 35.
–L’attività umana come deriva dall’uomo così è ordinata all’uomo.
L’uomo, infatti, quando lavora, non trasforma soltanto le cose e la società, ma perfeziona se stesso. Apprende molte cose, sviluppa le sue facoltà, esece da sé e si supera.
Tale sviluppo, se è ben compreso, vale più delle ricchezze esteriori che si possono accumulare. L’uomo vale molto di più per quello che «è» che per quello che «ha».
Parimenti tutto ciò che gli uomini compiono allo scopo di conseguire una maggiore giustizia, una più estesa fraternità e un ordine più umano dei rapporti sociali, ha più valore dei progressi in campo tecnico. Questi, infatti, possono fornire, per così dire, la base materiale della promozione umana, ma da soli non valgono in nessun modo a realizzarla. Pertanto questa è la norma dell’attività umana: che secondo il disegno di Dio e la sua volontà essa corrisponda al vero bene dell’umanità, e che permetta all’uomo, considerato come individuo o come membro della società, di coltivare e di attuare la sua integrale vocazione.