ASSOCIAZIONE ECUMENICA “E. Cialla” – SAE – Segretariato Attivita’ Ecumeniche- Gruppo di Messina , nella Chiesa Avventista del 7° Giorno via XXIV Maggio, è stato innestato un altro tassello nel cammino Ecumenico.
Lunedì 8 marzo alle ore 20.00
Il pastore della Chiesa Avventista, Alessandro Roma ha affrontato con grande senso di responsabilità e partecipazione e con l’ausilio dei Testi Biblici, il tema affidatogli:
«Di nuovo verrà… il suo regno non avrà fine», «in nessun altro vi è salvezza» (Atti 4,12)
“Questo Gesù che riapparirà così come è asceso al Cielo, ha bisogno dell’amore degli uomini, per realizzare pienamente la sua Venuta. E questi uomini, devono essere attenti ai segni dei tempi, per convertirsi e mutare vita.”
Cronaca e dialogo di (Carmelo Labate)
” Non credo sia stata curiosità quella di entrare e riempire una chiesa avventista e ascoltare il suo pastore predicare. No. La «Parola» ci ha convocati e alla «Parola» abbiamo risposto. C’erano quelli del Sae, i Focolarini, la Gifra di Pompei, il Rinnovamento nello Spirito, p. Alessio ortodosso e non pochi membri della stessa Chiesa Avventista. Abbiamo condiviso davvero tutto: la preghiera e gl’inni e la «Parola». Già, il primo che abbiamo intonato (Symbolum) realmente ormai appartiene a tutti. Mi è venuto in mente, con piacere, il reciproco scambio ecumenico di canti che facevamo venti anni fa circa, durante gli incontri.
Abbiamo seguito con profonda attenzione il pastore Alessandro Roma spezzarci la «Parola»: dalla preghiera “venga il tuo regno” all’attesa di Gesù “trionfante”, tutta una ricca successione di citazioni bibliche non per fare “dottrina”, ma per annunciare Gesù Cristo, il Nazareno, messo in croce ma risorto dai morti (Atti 4,10), l’Unico che può darci salvezza (v.12). E’ nel suo nome che viene guarito l’uomo anche nel suo bisogno fisico, terreno.
Più che mai il gruppo si è sentito riunito nel suo nome, ma anche interpellato. Sia a scrutare i segni dei tempi per tenerci pronti e vigilanti alla ritorno del Signore; sia a farci portavoce della resurrezione del Cristo; sia ad operare a favore dei più miseri e di tutto il popolo anche quando si tratta di contrastare quel potere (politico e religioso) che dimentica la «Parola» per servire Mammona. Vivere dunque tra gli uomini ma con lo sguardo rivolto al “Dio che viene” (Lettera a Diogneto). Ricordando, che la «Parola di Dio» si diffonde fino ai confini della terra se si rende visibile la “comunione” tra le chiese e i cristiani conducono una vita coerente al Vangelo. ”