SAE-"occasioni di dialogo"- Per conoscere e segnalare in maniera diversa la condizione di povertà.

Lunedì 14 dicembre alle ore 20.15 nella «sala dell’oratorio» della Parrocchia della Consolata (Don Orione). (Entrata di viale San Martino-vicino piscina comunale) SAE-Cialla-logo

              L’ASSOCIAZIONE ECUMENICA “E. Cialla”

SAE-Segretariato Attività Ecumeniche Gruppo di Messina

   in collaborazione con la

 Parrocchia Maria Consolata (Don Orione)

Invita all’incontro cristiano-islamico.

Due interventi comunicativi:  

I° intervento sulla «Cultura araba in Sicilia» di Giuseppe Restifo, Docente di Storia moderna presso la facoltà di Lettere dell’Università di Messina;

II° intervento la testimonianza su «Come mi sono inserito tra voi» di Amin Saladin – restauratore di antichità

Il SAE è una Associazione ecumenica di credenti appartenenti a diverse chiese cristiane: cattolici, evangelici e ortodossi

Info: Carmelo 090 40352 labacar@tele2.it –www.saenotizie.it

Lettera di presentazione dell’evento, a cura del  Dott. Carmelo Labate Presidente SAE Messina >>

ASSOCIAZIONE ECUMENICA “E. Cialla

SAE Segretariato Attivita’ Ecumeniche

Gruppo di Messina

Carissima/o,

Non è facile seguire tutte le buone occasioni di dialogo. Facciamo del nostro meglio cogliendone appena alcune. Soltanto ora, infatti, possiamo condividere con i fratelli musulmani la gioia che loro provano nel celebrare l’«Id al-Fitr», la festa di conclusione del Ramadan, caduta quest’anno il 27 ottobre 2009. Trascorso il mese del digiuno resta un altro pilastro dell’Islam: l’elemosina. Non il dare quel che ci avanza, ma il provvedere per tutti quelli che si trovano in povertà. Un senso di equa distribuzione del bene che Dio dona. Da osservare tutto l’anno.

La nostra associazione, in collaborazione con la Parrocchia della Consolata (Don Orione), ha scelto di segnalare in maniera diversa la condizione di povertà. Noi cristiani di oggi ignoriamo le vere condizioni di fratelli musulmani (e di altri) che bussano alle nostre porte e finiamo con lo scambiarli per “rapinatori” del nostro lavoro, della nostra sicurezza, dei nostri spazi di vita. D’altro canto, forse mossi da notizie rese troppo rosee, loro ignorano quali sono le nostre reali condizioni, le nostre apparenti ricchezze, i nostri veri costumi, le nostre leggi (sempre più lontane dalle dichiarazioni dei diritti umani e dallo spirito della nostra Costituzione). Né noi, né loro conosciamo a sufficienza le nostre culture. Già, la cultura!

Se solo andassimo un po’ indietro nel tempo non sarebbe difficile osservare che «migrare» è una condizione dell’essere umano. Nei tempi moderni molti viaggiano per motivi di studio o di svago o per ritrovare le origini. Ma da sempre gli uomini viaggiano in cerca del necessario per sopravvivere o inserendosi nelle forme lavorative locali o inventandosi nuovi modi. La maggior parte si ferma, è creativa e, resa libera dalla necessità quotidiana, contribuisce a sviluppare la cultura e l’arte e le scienze, contribuisce al «progresso» dell’umanità. E’ una cosa che ci accomuna, perché dovunque nel mondo troviamo gente immigrata che, abbia o no “fatto fortuna”, lascia segni tangibili di progresso.

Immagino che tutti voi che mi leggete abbiate visitato la Sicilia (o la Spagna o altre terre) e abbiate osservato come l’architettura, l’ingegneria, l’utilizzo ingegnoso ed equilibrato dei luoghi e dei materiali e dei beni naturali, la toponomastica delle città, la lingua, i frutti ecc., tutto, insomma, è segnato dall’influenza e presenza araba nel nostro territorio, da un intrecciarsi di questa gente con i popoli d’origine. Neanche il nostro sommo poeta Dante sfuggì a tale influenza, se è vero – come è dimostrato – che tramite Brunetto Latini venne a conoscenza del Libro della Scala e a questo s’ispirò per alcuni aspetti della Divina Commedia. Ma non c’è autentico progresso se lo sviluppo non ha come scopo il bene di “tutto l’uomo” e di “tutti gli uomini” (PP, 42).

Oggi, probabilmente, siamo noi a poter offrire loro risultati tecnologici avanzati, una impostazione di vita sociale partecipativa e «democratica» (sempre che non venga svilita, come ci pare che stia accadendo!) cui né l’Africa né il Medioriente sembrano volersi ispirare.

Ma il problema non è “chi è più e chi è meno”, chi ha dato ieri e chi può dare oggi. Non è un confronto che “una campagna mediatica martellante e perversa” fomenta come “scontro” inducendo all’odio razziale. Il vero problema sta nel conoscersi per quello che si è e nell’aiutarsi reciprocamente, nel condividere beni e tensioni, nell’attuare insieme politiche di integrazione e di dialogo fra le persone al fine di realizzare una vita migliore per tutti e una pace duratura.

Siamo già all’ottavo anno, ma sentiamo, ancora, il bisogno di raccontarci. Noi a loro e loro a noi. “Raccontarci la vita, la propria cultura, le proprie tradizioni, la propria fede, i propri sogni, le proprie speranze di pace e di un mondo migliore”. Per riscoprire il valore dell’incontro e conoscerci come popoli e come singole persone col proprio vissuto sociale e religioso. Per riscoprire che il prendersi cura vicendevolmente (anche con modalità nuove) è suggerito nei testi sacri degli uni e degli altri. Tanto, quello che è da “combattere è sotto gli occhi di tutti: la fame, la mancanza di acqua potabile, la scarsità di cure mediche e di alloggi adeguati, la carenza di sistemi educativi e culturali, l’analfabetismo, le nuove forme di povertà, i fenomeni di emarginazione, di carenza relazionale, morale e spirituale”. Imparando, piuttosto, a “condurre uno stile di vita semplice ed essenziale, che evita lo spreco, rispetta l’ambiente e tutti i beni della creazione”.

Perciò, insieme alla Parrocchia della Consolata (Don Orione), ti invitiamo all’incontro cristiano- islamico. Esso avrà due comunicazioni:

 

Il primo intervento sulla «Cultura araba in Sicilia» sarà di

Giuseppe Restifo,

Docente di Storia moderna presso la facoltà di Lettere dell’università di Messina;

il secondo sarà una testimonianza su «Come mi sono inserito tra voi»

di Amin Saladin

restauratore di antichità

 

ti aspettiamo nella «sala dell’oratorio»

presso la Parrocchia della Consolata (Don Orione)

viale San Martino, pressi piscina comunale,

Lunedì 14 dicembre alle ore 20.15

 

Il SAE è una Associazione ecumenica di credenti

appartenenti a diverse chiese cristiane: cattolici, evangelici e ortodossi

Info: Carmelo 090 40352 labacar@tele2.it ; www.carlofrancio.net ; www.saenotizie.it

 

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