Quando si lavora insieme (7 gruppi)per un servizio di conoscenza, quando gli oratori, tutti, mettono in comune con l’Uditorio, non il loro ‘sapere, ma il frutto della loro personale esperienza nel difficile cammino di conversione per il grande obiettivo di rendere visibile ad ogni uomo il Dio che dichiara ad Abramo: “In Te saranno benedette tutte le famiglie della Terra” (Gen. 12,3). “: Possiamo utilmente affermare, che questa ‘Due giorni, con tre sessioni, ha saputo scrivere una bella pagina nel cammino di una ‘porzione della più vasta comunità Messinese.
Ripercorriamo per immagini la serie di interventi, modificati rispetto al piano iniziale, per cui la relazione di Pino Ruggieri, ha fatto seguito a quella di Paolo Ricca.
Il saluto iniziale è di Rosario D’Anna, moderatore Dino Calderone.
Inizia Silvia Geraci (relazione dei gruppi di studio sul libro del teologo valdese Paolo Ricca, “Abramo, l’alleanza, il Dio di ogni uomo: tra Bibbia e riflessione filosofica”), a seguire lo stesso autore ha illuminato il tema “Dalla minoranza all’universalismo. La condizione di minoranza come vocazione delle Chiese?”.
Quasi in risposta il teologo cattolico Pino Ruggieri (dell’Istituto Teologico S. Paolo di Catania) ha ‘vangato sul tema “Il Dio di Gesù tra accaparramenti e visioni planetarie di salvezza”.
In ultimo ha tirato le somme Sandro Gorgone (Università di Friburgo), dando il destro a ulteriori 8 apprezzati interventi del ‘pubblico, che hanno colto vari aspetti delle Relazioni e fornito anche importanti considerazioni.
Sabato,14 è stata Antonietta Mondello Signorino ad introdurre e moderare i lavori della II sessione dal titolo “Le testimonianze”, straripante e godibilissimo l’ntervento di Karim Hannachi studioso, storico e teologo islamico dell’Università di Palermo sul tema “Islàm e Occidente: dialogo possibile o scontro inevitabile?”, fulminanti alcune osservazioni sulla situazione attuale e su precedenti Dichiarazioni.
E’ toccato poi a don Pippo Gliozzo su “La presenza di diversi e di diversità in una parrocchia urbana”; che con molta umiltà ha arricchito l’Evangelico concetto di ‘Accoglienza, raccontando con semplicità la vita quotidiana di una realtà diocesana.
Carmelo Labate ha letto l’interessantissima relazione del pastore valdese Jens Hansen(assente per motivi di salute) sul tema “Un percorso di dialogo con non credenti e cristiani” .
Appassionato, documentato, sofferto ed anche condiviso dal pubblico, l’intervento di Gabriella Caramore, giornalista di Radio 3 sul tema “I figli del Dio vivente: fratelli o nemici?”.
Molto snello ma apprezzato l’intervento programmato di Alessia Pesaresi (Comunità di Sant’Egidio) sul tema “Educare alla pace in un clima di tensioni”
Coinvolgente e condito anche di una sana vena di autocritica, come Comunità Cristiana, l’intervento di padre Ettore Sentimentale, parroco di S. Luca , sull’esperienza di matrimoni misti nella Comunità parrocchiale di Messina.
Niente conclusioni perchè Carmelo Labate, saggiamente, vista l’ora le ha rimandate. Nella terza sessione coordinata da Nino Mantineo sono intervenuti Pippo Lipari e Antonio Amato. Le conclusioni sono state tratte da Caterina Resta.
Per una cronaca e analisi dettagliata dell’evento e da condividere il prezioso articolo di Santino Irrera sul NuovoSoldo.it
A seguire Documento Finale
Il documento programmatico e ‘politico’ finale:
Noi comunità cristiana di Messina, donne ed uomini riuniti per riflettere sul significato della Parola di Dio oggi, come richiamata dal versetto “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen., 12, 3) :
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Avvertiamo come sia ancora lontana e gravemente compromessa la promessa fatta da Dio ad Abramo, padre comune nella fede per ebrei, cristiani e mussulmani, promessa che si estende a tutte le famiglie della terra;
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Sperimentiamo, infatti, quante siano le divisioni, le contrapposizioni, le ineguaglianze e le discriminazioni che, talvolta, anche in nome di Dio vengono incusse a tanta parte di umanità, la cui maggioranza vive oppressa da una minoranza;
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Soffriamo perché anche all’interno della Chiesa, spesso, sono presenti e, tuttora, esercitate logiche e introdotti comportamenti di emarginazione e di esclusione che non possono trovare alcuna giustificazione, neppure in nome dell’unità della fede, perché condizione principale di ogni uomo, creato ad immagine di Dio, e di ogni battezzato rimane la dignità e la libertà personali (cfr. Cost. Dignitatis humanae, e Gaudium et Spes) purché esercitate nel rispetto verso gli altri. Tale dignità è da tutelare e sviluppare, con il concorso dei cristiani, soprattutto nei confronti dei più deboli, innanzitutto verso le donne e i bambini, e gli stranieri;
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Auspichiamo che riprenda nelle Chiese con coraggio e fiducia, a partire dai livelli locali e fino a coinvolgere i responsabili apicali, il dialogo ecumenico ed interreligioso, perché le diverse confessioni cristiane e le diverse religioni siano segno tangibile della comprensione reciproca e della ricerca di unità nella Chiesa e nell’umanità intera, avvalorando e sostenendo le ragioni del dialogo e del rispetto, e riducendo i conflitti e le incomprensioni. E ciò non nella prospettiva d’inglobare le posizioni più intransigenti e conservatrici che, pure, sono presenti, ma nella prospettiva che le religioni si pongano al servizio dell’uomo e dell’ambiente in cui abita;
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Chiediamo che dentro la Chiesa cattolica si favoriscano processi di democratizzazione e di collegialità, non solo nella sua struttura gerarchica ma anche nelle chiese locali. Tali percorsi, probabilmente dai tempi lunghi, sono stati segnati già dai principi del Concilio Vaticano II ma richiedono una più compiuta e coerente attuazione e, oggi, una ripresa;
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Confidiamo, perciò, in una maggiore responsabilità di noi laici, i quali, senza condizionamenti, paure, atteggiamenti di clericalismo e servilismo, siamo chiamati nel lavoro, nell’economia, nella politica, nella ricerca scientifica a dare un maggiore contributo ai problemi dell’umanità, compresa quella del nostro Paese, che appare molto sfiduciata ed attraversata da una profonda crisi;
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Siamo consapevoli, come figli di questa Chiesa italiana, di avere lasciato alle spalle un lungo periodo di compromessi con il potere politico, anche se le conseguenze sono tutte sotto i nostri occhi, rinunciando ad essere testimoni dell’essenzialità e radicalità del Vangelo di Gesù. Tali condizioni hanno contribuito a determinare una società che non può dirsi cristiana se produce leggi che offendono la dignità umana, specie delle minoranze costituite da stranieri e rom; o, ancora, quando tende a marginalizzare migliaia di giovani senza lavoro, o precari a vita, senza garanzie e speranze;
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Sosteniamo gli atti di accoglienza e di amore con i quali tante chiese ed anche tanti pastori, presbiteri e battezzati, si aprono verso le famiglie, le donne e gli uomini provati dal dolore e dalla sofferenza di separazioni e divorzi e che, risposati, non sono esclusi dalle comunità;
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Crediamo vada perciò migliorata ed intensificata la pastoralità e la cura verso tutte le famiglie e verso tutte le relazioni affettive, fondate sull’amore, anche quando non consacrate nel sacramento del matrimonio, perché la promessa della benedizione si estende a tutti coloro che amano e sono amati;
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Condividiamo con i nostri Vescovi, soprattutto quelli delle Chiese del Meridione, l’attenzione e la denuncia a favore della legalità e della giustizia sociale nei nostri territori;
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Rivendichiamo il diritto e la responsabilità ad una riforma della politica e ad un rinnovamento della rappresentanza della politica e dei politici, ispirati ad un’etica pubblica e privata ed al perseguimento del bene comune ed alla soluzione concreta delle sfide odierne;
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Facciamo nostra la sofferenza delle famiglie messinesi, colpite dall’alluvione, e con il nostro Vescovo di Messina chiediamo non vane e strumentali promesse ma l’impegno concreto per ricreare condizioni di vita dignitose, una casa, un lavoro, dentro un territorio bello ma troppo violentato;
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Sogniamo e preghiamo perché, con tutte le diverse famiglie che costituiscono il genere umano, sappiamo riconoscerci come fratelli, perché insieme chiamati a costruire il regno d’Amore, a cominciare da ora e qui, su questa comune terra.