“Per una chiesa più aperta e per una società più umana”

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La Bibbia sulle strade dell’uomo – Riflessioni comunitarie sulla ‘Parola’ e le esperienze dell’oggi

Seconda edizione sul tema

IN TE SARANNO BENEDETTE TUTTE LE FAMIGLIE DELLA TERRA” (Gen 12,3)

Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina – Aula S. Pugliatti – 13/14 novembre 2009

 Venerdì 13 – Sessione ore 15,30   

 Sabato 14  – 2ª Sessione ore 9,30 Sessione –  ore 15,30 

Nella “Due giorni” , sono previsti gli interventi e le testimonianze di Antonio Amato, Gabriella Caramore, Silvia Geraci, Pippo Gliozzo, Karim Hannachi, Jens Hansen, Pippo Lipari, Alessia Pesaresi, Caterina Resta, Paolo Ricca, Pino Ruggieri, Ettore Sentimentale, Piero Stefani.

Segreteria organizzativa: Antonietta Mondello Signorino, Tel. 090/52168 e-mail mondello.antonia@tiscali.it

 
Associazioni e gruppi promotori: Nuovi Orizzonti – Ass. Ecumenica SAE di Messina – Azione Cattolica, Parrocchia San Luca – Cattedra di Filosofia Teoretica, Università di Messina – Comunità S. Egidio – Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale – Terra e Cielo.

Depliant – Invito – Motivazioni :

 image0-1Viviamo tempi di esclusione feroce di creature umane dal diritto alla vita ed alla dignità, proprio mentre si continua a sostenere e rafforzare la globalizzazione mondiale di merci e capitali. L’Italia con il “pacchetto sicurezza” del luglio scorso ha creduto di risolvere il problema della mobilità di quanti fuggono dalla fame e dalla guerra, violando anche trattati internazionali sul dovere di asilo. Questo rigurgito di nazionalismo, di territorialismo, di difesa indiscriminata del livello di vita raggiunto – quale che sia stato il modo per raggiungerlo – chiede l’appoggio delle Religioni, quasi come copertura sacrale di ideologie disumane. Appoggio che spesso viene dato. Avviene così che la religione invece di educare ad una visione di vita che oltrepassi il naturale egocentrismo, finisca per rafforzarlo rendendolo quasi di “diritto divino”.

image0-2Spinta da questa emergenza una rete di gruppi laici e cristiani ha voluto interrogarsi sulla propria umanità e sulla propria fede per dare un contributo alla società civile nell’affrontare e risolvere la più grande sfida del nostro secolo: l’incontro incontenibile di civiltà, culture e religioni. Ne è nata una iniziativa che è alla sua seconda edizione: “La Bibbia sulle strade dell’uomo – Riflessioni comunitarie sulla ‘Parola’ e le esperienze dell’oggi”. Quest’anno si è scelto come tema illuminante la figura biblica di Abramo in cui si riconoscono le tre cosiddette “religioni del Libro”, ebraismo, cristianesimo ed islam. “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen 12,3).

Storicamente, nonostante le tre grandi religioni facciano riferimento a questa figura e interpretino la benedizione rivolta ad Abramo come rivolta a loro, il rapporto delle religioni è da millenni segnato da esclusioni e da una forte violenza. La storia – per limitarci all’Occidente – è colma di un antisemitismo cristiano tragicamente ripreso da chi nell’800 ha sviluppato un antisemitismo cosiddetto scientifico, base ideologica per gli orrori del nazismo. Anche la religione fondata da Mohammed si trova a dover fare i conti con un esclusivismo che ha creato una lunga e profonda scia di sangue. Ritorsioni ed intransigenze si registrano anche contro il cristianesimo in più parti del mondo. La benedizione “in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”, pensata come impegno e mandato per il mondo, vista come invito a cercare nella propria fede una spinta per migliorare il mondo, è diventata pietra di inciampo e causa di sofferenza, interpretata come giustificazione per una conquista del mondo per la propria causa.

Questa seconda “due giorni” vorrebbe sfatare l’idea che la concezione dell’esclusività e della lotta interreligiosa sia sostenuta dalle Scritture. Il Corano sostiene la tesi che le ‘religioni del libro’ sono religioni sorelle. Nella Bibbia c’è il filo rosso in cui profeti, e infine Gesù e la giovane chiesa, ricordano la dimensione di servizio e l’apertura verso il diverso, soprattutto verso chi è emarginato e diseredato. Il collegamento tra Abramo e gli emarginati è soprattutto evidente nel Vangelo di Luca, vangelo particolarmente attento agli “squalificati”, in cui i frequenti riferimenti ad Abramo lasciano intendere che Gesù, come prima di lui Abramo, è colui nel quale gli “emarginati e squalificati” sono benedetti.

Il mandato affidatoci dalla Bibbia ci sembra indichi la diversità come ricchezza ed impegno e non come diritto a superiorità e dovere di inferiorità. Possiamo chiudere gli occhi sul fatto che oggi viviamo, qui in Italia, una condizione di profonda crisi sociale, culturale, politica? Sembra che lo “scontro di civiltà”, di cui si è discusso in questo ultimo decennio nel mondo occidentale come scontro tra il Cristianesimo e l’Islam, sia invece interno al nostro Paese, nel manifestarsi prepotente di razzismo, di pogrom contro intere comunità come i Rom, nel risorgere dell’accusa di colpe collettive da attribuire a gruppi deboli, stranieri. Insomma, assistiamo al risorgere e diffondersi di una mentalità tipicamente razzista, che considera la “diversità” come intrinsecamente dannosa e volta al delinquere. Ciò che sconcerta è che lo Stato non interviene quando gruppi di violenti distruggono e incendiano case e baracche, e costringono famiglie, donne e bambini a fuggire nel terrore di essere linciati per colpe commesse da altri. Assistiamo al ritorno della ricerca del capro espiatorio (una volta i rumeni, prima gli albanesi, sempre i clandestini, oggi i Rom, anche le persone omosessuali, e le prostitute di strada, che sappiamo benissimo essere in gran parte schiavizzate) su cui scaricare la responsabilità delle paure, delle insicurezze diffuse, della estrema precarietà, individuale e collettiva, rispetto al proprio lavoro ed al proprio futuro. Si tratta di un orribile regresso ad un livello primitivo del vivere sociale, che nega quanto faticosamente conquistato dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. “Quando una nazione chiede al suo governo soprattutto il mantenimento dell’ordine è già schiava nel suo animo” (Tocqueville).

Come uomini e donne che si pongono in ricerca e come credenti vogliamo riflettere su come essere, invece, degli agenti di inclusività; come possiamo rendere visibile la scelta che ci impone la promessa ad Abramo, la scelta contro chi agita la paura dell’altro ed alimenta gli egoismi e le chiusure individualistiche, familistiche, corporative, identitarie. La scelta di stare dalla parte del Signore della vita, che ci ha affrancati affinché fossimo liberi e ci ha insegnato a scorgere nell’altro/nell’altra una sua creatura, fatta a sua immagine e somiglianza e raggiunta dallo stesso amore che ha trasformato le nostre esistenze e ci ricorda che anche per mezzo di noi dovrebbero essere benedette tutte le famiglie della terra. Vogliamo dare il nostro contributo “per una chiesa più aperta e per una società più umana”.

La “Due giorni” avrà luogo presso la Facoltà di Giurisprudenza di Messina – Aula Salvatore Pugliatti – il 13 ed il 14 novembre, dalle ore 15,30. Sono previsti interventi e testimonianze di Antonio Amato, Gabriella Caramore, Silvia Geraci, Pippo Gliozzo, Karim Hannachi, Jens Hansen, Pippo Lipari, Alessia Pesaresi, Caterina Resta, Paolo Ricca, Pino Ruggieri, Ettore Sentimentale, Piero Stefani.

Segreteria organizzativa: Antonietta Mondello Signorino, Tel. 090/52168 e-mail mondello.antonia@tiscali.it

Associazioni e gruppi promotori: Nuovi Orizzonti – Ass. Ec. SAE di Messina – Azione Cattolica Parr. San Luca – Cattedra di Filosofia Teoretica, Università di Messina – Comunità S. Egidio – Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale – Terra e Cielo.0

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