La XLVI Sessione di formazione ecumenica
(Chianciano Terme – SI – 26 lug-1 ag 2009)
Info: saenazionale@gmail.com
Abbiamo pensato di incontrare il Presidente del SAE, Meo Gnocchi, per chiedergli di tracciare una mappa di quello che sarà il percorso da seguire a Chianciano, a livello di contenuti teologici, spirituali e culturali, ma anche di quello che offre il “menu” che rende l’esperienza della Sessione del Sae così unica nel suo genere…da non poterla perdere…
La prossima Sessione sarà dedicata al tema «La Parola della Croce (ICor.1,18)». Quindi, il SAE si concentra su un tema biblico, non facile, soprattutto quando si tratti di affrontarlo in un contesto interconfessionale e con un’apertura al dialogo interreligioso, come specifica lo stesso sottotitolo: «Interrogativi e speranze per l’ecumenismo e il dialogo». Soprattutto, sembra esserci un cambiamento notevole rispetto ai temi degli anni scorsi.
La XLVI Sessione si annuncia con un tema che, per certi aspetti, sembra segnare uno stacco rispetto a quelli degli anni passati; ma, se ben ci pensiamo, sviluppa in altro modo quella tensione verso il nucleo centrale dell’annuncio cristiano e dell’esperienza di fede – e dunque della vocazione ecumenica – da cui erano animate anche le Sessioni precedenti, col loro riflettere sulla fede e sulla libertà o, tornando un po’ più indietro, sull’amore e sulla speranza.
Come si è giunti alla scelta di questo tema? Alla scelta ha certo contribuito l’attuale difficoltà del movimento ecumenico, che sembra incagliato sulle secche degli arroccamenti identitari e delle reciproche diffidenze, e minacciato da un affiochimento di speranza e di convinzione. Si è sentito il bisogno di rimettersi al giudizio di una parola fondamentale e fondante della fede e della vita cristiana, principio di conversione e di rinnovamento, di spogliazione e di rinascita: quella che l’apostolo Paolo chiama “la parola della croce”. Una parola iniziale e irriducibile, ma anche caricatasi nella storia, fin dalle prime origini cristiane, di una molteplicità di interpretazioni e di significati simbolici, di esplicazioni dottrinali e di implicazioni etiche e spirituali; e dunque bisognosa, nel tempo stesso in cui se ne ricupera la forza originaria (quella forza che, come dice l’apostolo, si manifesta nella debolezza), anche di un attento ripensamento, che la purifichi dalle incrostazioni, dagli intorbidimenti o addirittura dalle distorsioni a cui è andata storicamente soggetta, con conseguenze ambigue e anche tragiche (si pensi a certa spiritualità doloristica, alla croce impugnata come spada e trasformata in simbolo bellicoso, alle persecuzioni che, abusando del nome della croce, sono state inflitte agli ebrei).
Non è un tema semplice. Quale percorso verrà proposto ai corsisti? Si partirà da una prima considerazione generale della complessa significazione concettuale e simbolica che la croce ha assunto sul piano religioso e culturale, dall’ambito liturgico e teologico a quello etico e politico; si è deciso di affidare questa relazione al teologo e liturgista cattolico Andrea Grillo, uno dei non pochi nomi nuovi – per noi presenti per la prima volta a una Sessione del SAE – che ci offre il programma di quest’anno. Seguirà un’analisi delle diverse letture, riflesse negli scritti neotestamentari, che già le prime comunità cristiane hanno compiuto dell’evento della croce: ce la proporrà un altro nuovo relatore, il biblista valdese Eric Noffke. A Fulvio Ferrario e Paolo Gamberini – terza nuova presenza – è invece assegnato un riesame delle interpretazioni della croce elaborate dalla recente teologia occidentale, sia in ambito protestante (Ferrario) sia in quello cattolico (Gamberini). Analogamente, saremo poi introdotti alla visione della croce nella teologia e nella spiritualità orientale, in cui questo tema ha assunto un particolare rilievo e accenti originali.
Quindi, un impianto, tutto sommato “classico”, fino a questo punto. Eppure il tema della croce offre spazi a dibattiti che vanno oltre: è stato tenuto conto di quest’aspetto?Appartiene alla storia del SAE non trascurare quegli aspetti che possono offrire interessanti spunti di riflessione e dibattito, così contribuendo ad allargare gli orizzonti di ciascuno. Perciò, sul fondamentale impianto biblico, storico e teologico, si innesteranno alcune relazioni volte a trattare alcuni aspetti e riflessi problematici del tema. In particolare, sarà interessante conoscere la rilettura che della croce e dell’idea di sacrificio da essa derivata ha compiuto la teologia femminista: tema che sarà trattato dalla teologa cattolica Cristina Simonelli.
Il Sae, notoriamente, non solo è un’associazione interconfessionale cristiana, ma ha un legame particolare con gli ebrei ed è da sempre attento alle istanze del dialogo interreligioso. Come si colloca allora in questo contesto il tema della croce? Tutti coloro che hanno contribuito a costruire questa Sessione, si sono seriamente interrogati su questo punto, perché non era nostra intenzione sottrarre al SAE quella dialettica interreligiosa, che tanto profondamente lo caratterizza. Abbiamo chiesto a Carlo Molari di affrontare il delicato e complesso tema, oggi riemergente con vivace attualità, del rapporto tra l’idea cristiana di salvezza per la croce di Cristo e le altre religioni. Quanto agli ebrei, invece, è sembrato doveroso chiedere loro una testimonianza di come il simbolo cristiano sia stato visto e patito “dall’altra parte”, nel corso delle persecuzioni subite proprio in nome di quella croce grazie alla quale l’apostolo Paolo vedeva crollare ogni muro di divisione e di inimicizia. Di questo ci parlerà la storica ebrea Anna Foa. Si è ritenuto anche opportuno udire la voce di un filosofo, che ripensasse la croce secondo le proprie categorie e la propria sensibilità: lo farà Sergio Givone, che ora per la prima volta ha potuto soddisfare il nostro desiderio.
Di fronte a tante voci così diverse e variegate, si rischia di tornare a casa con tante idee scollegate tra loro. Chi avrà il delicato compito di accordare gli strumenti, non facendoli diventare un suono solo, ma rendendoli armoniosi? Credo che a creare un accordo di fondo sia innanzi tutto lo spirito che tradizionalmente anima le nostre sessioni, che non sono puri convegni di studio, ma luoghi e momenti di un’esperienza di comunione arricchita dal confronto tra voci e prospettive diverse. Sul piano dei contenuti, il compito dell’armonizzazione conclusiva sarà affidato, l’ultimo giorno, a Paolo Ricca: a lui abbiamo chiesto di riprendere il motivo che ci aveva inizialmente suggerito la scelta del tema, proiettandolo verso il futuro in chiave di speranza: Una comunità ecumenica nel segno della croce. Ma anche le meditazioni bibliche aiuteranno in questo senso, a creare armonia. Per esse, sono stati scelti il libro di Giobbe, la narrazione della passione di Gesù in un vangelo sinottico, il racconto lucano della Trasfigurazione, la riflessione paolina sulla croce pacificatrice unificatrice nel secondo capitolo della lettera agli Efesini.
Due parole meritano anche i Gruppi di studio, che tanto sono amati dai corsisti, quale spazio ideale per conoscere le persone e le loro esperienze, per confrontarsi, per camminare insieme… Certamente, senza gruppi di studio, la Sessione sarebbe molto più povera. Tra di essi, accanto a quelli che approfondiranno risvolti particolari del tema generale (chiesa croce, la debolezza di Dio, la sofferenza, la sequela, riconciliazione e salvezza, il “rovescio della storia”) o vi si accosteranno da un’angolatura artistico-creativa (croce e cinema, narrare la memoria della passione, la Passione secondo Matteo di Bach), segnalo il piccolo corso dedicato a Giovanni Calvino, che è doveroso ricordare, nel quinto centenario della nascita.
Al di là del programma di studio, quest’anno, la Sessione cosa offre di curioso e di nuovo? Innanzitutto, il cinquantenario dell’annuncio del Concilio Vaticano II da parte di papa Giovanni sarà commemorato da una originale performance “narrativa” di Marco Campedelli, cui varrà la pena di assistere. Inoltre, attività specifiche saranno offerte ai ragazzi e ai bambini, sia a favore della partecipazione delle famiglie, sia come occasione di una vera e propria pedagogia ecumenica. Ci sarà un gruppo liturgico, per cui invito fin d’ora coloro che sanno suonare uno strumento a portarlo con sé, per dare il proprio prezioso contributo ad un’attività fondamentale.
Un’ultima domanda. Se Mario Gnocchi non fosse il presidente del SAE, che cosa lo spingerebbe ad iscriversi a questa XLVI Sessione? Tre motivi. In primo luogo, la convinzione che l’esperienza ecumenica è un’occasione fondamentale per allargare il respiro della propria esperienza di fede e per approfondire e purificare il senso della propria appartenenza ecclesiale. In secondo luogo, il desiderio di comprendere meglio, o almeno di contemplare con sguardo più chiaro, un elemento così fondamentale, complesso e difficile della fede cristiana come la croce di Gesù. Infine, la gioia di poter vivere una settimana di fraternità e di comunione con amici antichi e nuovi, da cui ogni volta tanto si riceve. (Redazionale da SAENotizie 46)