Un momento di sicuro raccoglimento nella preghiera si è rivelato l’incontro al quale martedì 26 maggio abbiamo partecipato nella parrocchia S. Maria della Consolazione di Villaggio Santo.
Un misurato equilibrio tra preghiera e riflessione e simbologia che ha aiutato tutti i numerosi presenti a prendere coscienza che il passare oltre dinanzi all’uomo in bisogno è la violenza del nostro tempo, come pure il restare tra cristiani nella divisione.
Il fermarsi, invece, è nonviolenza attiva che crea collaborazione e comunione fra diversi.
Mentre nel mondo attuale continuiamo a scendere dalle nostre Gerusalemme alle nostre Gerico discutendo chi è più nel giusto e possiede più verità, ai margini delle strade che percorriamo parecchia gente resta per terra sanguinante vittima di briganti senza scrupoli.
La verità della Pentecoste è quella che con la comunione si oppone alla Babele che divide.
E’, quindi, l’amore, che si oppone ad ogni violenza, è la luce che si oppone ad ogni buio, è la giustizia che si oppone ad ogni prepotenza. La verità tutta intera, infatti, coincide con l’amore, con la giustizia, con la libertà, ed è fonte di pace. Non è sostenuta dalle istituzioni per affermarsi, ma si espande in ogni cuore attraverso la vita secondo lo spirito di persone vere, capaci di mettere in circolazione l’amore dello Spirito Santo riversato nei loro cuori.
Lo Spirito Santo non irrompe per unire altri sotto un unico vessillo né per far aderire fermamente ad un corpo di verità, ma per far rinascere umanità, per dare il coraggio di fermarsi dinanzi ad un malcapitato lasciato mezzo morto, per rendere sensibile la tenerezza del Padre nel mondo di oggi e di sempre.
Passare oltre non è lecito perché è già violenza. Solo chi ama si va avvicinando alla verità intera. Quando tutti saremo una sola cosa saremo tutti nella verità. Finché siamo divisi la verità sarà sempre parziale, perché la verità siamo tutti insieme.
Per simboleggiare questi due momenti di divisione e di comunione per il servizio sono stati posti il cero pasquale al centro e accanto dei boccali di acqua e un vassoio di terra. L’acqua è stata versata in una brocca più grande per significare che il mettere insieme le singole forze produce comunione e fa germogliare la terra. In conclusione tutti hanno potuto attingere alla stessa acqua indivisa e simbolicamente saziarsene.
Grazie a fra Marcellino e alla sua comunità parrocchiale per l’accoglienza e a tutti gli altri: Ass. Ecumenica “E. Cialla”-Segretariato Attività Ecumeniche di Messina, Comunità di Sant’Egidio, Movimento dei Focolarini, Chiesa Avventista del Settimo Giorno, Parrocchia del Graffeo cattolica di rito bizantino, don Felice Bruno e parrocchiani della Parrocchia del Don Orione.