Martedì 12 maggio nella Chiesa di Santa Maria in Provinciale abbiamo pregato insieme per l’unità tra i cristiani. E’ stato bello rivedere gruppi che hanno a cuore l’unità (SAE, Focolarini, Comunità di Sant’Egidio, fedeli della parrocchia, e altri) mettersi insieme nel nome di Gesù.
E’ noto a tutti che il Regno di Dio subisce violenza (Mt 11,715: I violenti se ne impadroniscono). Ha tenuto la meditazione padre Alessio, ieromonaco ortodosso. E’ una violenza attiva da parte di chi contrasta il formarsi visibile dell’unità. E’ una violenza passiva, nel senso che ciascuno di noi deve farsi forza, nutrire il coraggio e resistere all’incalzare del male che scoraggia ogni forma di dialogo prima di tutto tra cristiani e quindi anche tra credenti di religioni diverse e uomini di buona volontà.
Ogni azione nel segno del dialogo contribuisce a tenere vivo il desiderio di comunione fra i cristiani. In questo periodo, senza trascurare un vero ed efficace dialogo con le Chiese evangeliche e della Riforma, il mondo ecumenico guarda con speranza ad una piena comunione tra ortodossi e cattolici.
Dopo il Vaticano II le iniziative tra cattolici e ortodossi si sono moltiplicate. Viene promosso e sostenuto il dialogo teologico strutturato. Vengono colti e favoriti incontri di preghiera. Ci sono scambi di visite tra autorevoli rappresentanti. Inoltre, nella convinzione che il dialogo dal ‘basso’ è insostituibile e che il frequentarsi rafforza e sigilla i legami di amore e fiducia tra le chiese, sono state intensificate collaborazioni tra chiese locali, monasteri, università, istituzioni caritative e contatti personali. Un dialogo in tutte le direzioni elimina le passate incomprensioni.
Benché a titolo diverso per i cattolici e per gli evangelici e riformati, neanche per gli ortodossi si può parlare in modo generico. L’Ortodossia è una realtà unica per Fede e Tradizione canonica fondamentale. Ma è un insieme di Chiese autocefale con una propria gestione amministrativa e organizzativa. Anche con loro il dialogo inizia dal tentativo di identificare quello che cattolici e ortodossi hanno già in comune e che non è poco. Stessa cosa fanno nel Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) evangelici e ortodossi. Non mancano le divergenze. Queste vanno affrontate a due livelli: uno indirizzando alla comprensione reciproca e alla comunione nella verità e nella carità le mentalità diffuse tra i fedeli, suscitando il desiderio di fare tutto il possibile per ristabilire la piena comunione nella concretezza della reciproca frequentazione tra singole comunità; due affrontando insieme i temi teologici.
In ottobre 2007, dopo 6 anni, i lavori della Commissione Congiunta sono stati ripresi con rinnovata determinazione, in fedeltà al Vangelo e alla Tradizione, ma anche attenti ai suggerimenti dello Spirito Santo nella Chiesa del nostro tempo. Questa X Assemblea si è tenuta a Ravenna, la città i cui monumenti parlano eloquentemente dell’antica eredità bizantina trasmessaci dalla Chiesa indivisa del primo millennio. Sono state discusse le “Conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa – Conciliarità e Autorità”. Il documento approvato in conclusione orienta le Chiese a riconoscere l’esercizio dell’autorità e della collegialità a diversi livelli: locale (diocesi), regionale (metropolia e patriarcato), e indica la presenza e il ruolo di un protos, un primo tra pari, ma con particolari ruoli. La prossima sessione (‘09) tenterà di studiare le prerogative che spettano al vescovo di Roma e di fondarle su argomenti teologici e biblici.
Il cammino dell’unità è arduo anche tra gli stessi ortodossi. Eppure Istanbul (Costantinopoli) Mosca e Roma hanno la consapevolezza che l’unità non sia più procrastinabile. Lo esige la testimonianza dei valori del Vangelo di fronte al mondo contemporaneo, dominato dalla cultura del benessere e del consumismo e dalla tendenza irrefrenabile a quei piaceri che non sono in grado di accontentare la sete spirituale sempre presente nell’uomo. Tendenza, purtroppo, che si manifesta anche in alcune confessioni cristiane. Se Lo assecondiamo, è lo Spirito di Dio a condurci all’unità. “Rallegratevi nel Signore” (Fil 4, 4). (testo di Carmelo Labate).