Cinisi 5 gennaio 1948 – 9 maggio 1978. Chi muore, assassinato dalla mafia, per testimoniare i valori di libertà e di condivisione, non può essere dimenticato. Peppino si era fatto voce, con una delle prime radio private “Radio Aut”, del disagio di una intera generazione, malessere che il potere mafioso sparge a piene mani nella vita di ogni onesto cittadino. Nel famoso film “I cento passi“, viene descritto molto bene il notevole contributo di idee nella lotta contro la mafia. La conoscenza, lo studio, l’amicizia, la solidarietà sono valori universali, come far conoscere la verità senza infingimenti. A tal proposito, basta confrontare il suo coraggio di uomo, anche mediatico con l’ignavia attualissima, di certi conduttori televisivi e direttori di ‘centenari giornali, che alla ricerca della verità preferiscono impavidamente sostituire il biascico lumacoso.
C’è un abisso, tra i comportamenti servili di oggi, tesi o a mantenere il posto ottenuto per raccomandazione e/o a distribuire veline ai migliori offerenti, ed il calvario al quale è stato sottoposto Peppino.
Nell’anniversario della sua uccisione, un sentito omaggio va alla sua splendida mamma Felicia, “che ha scelto di rompere con la cultura mafiosa” ed impegnarsi per chiedere giustizia.
dalla 2ª di copertina del Libro “Lunga è la notte”
«Nella storia delle lotte sociali contro la mafia Giuseppe Impastato (Cinisi, 5 gennaio 1948 – 9 maggio 1978) rappresenta un caso
I responsabili dell’omicidio, camuffato da atto terroristico, furono subito denunciati dalla madre e dal fratello, dai compagni di militanza e dal Centro siciliano di documentazione, nato nel 1977 e successivamente intitolato a Impastato. A causa del depistaggio, operato da rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura, solo recenteemnte i mandanti el delitto sono stati puniti. Il 5 marzo 2001 Vito Palazzolo è stato condannato all’ergastolo.
Nel dicembre del 2000 la Commissione parlamentare antimafia ha approvato una relazione sul ruolo di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini»unico. Nato da una famiglia mafiosa, ha avviato fin da ragazzo un’attività politico culturale contro la mafia, rompendo con il padre e con la parentela e ha pagato con la vita la radicalità del suo impegno.
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