Piccolissima Nota BLOG – “E’ stato un incontro vero. Ci siamo accolti guardandoci negli occhi, venendoci incontro per un reciproco ascolto, amichevole e leale.”
La cronaca dell’incontro e le profonde motivazioni nell’ esauriente racconto di Carmelo Labate
IL SAE DI MESSINA INCONTRA LA COMUNITA’ ISLAMICA
Nel nome di Dio clemente e misericordioso. Salaam, Pace.
Nell’approssimarsi della Dodicesima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico, fissata al 27 di ottobre, il gruppo SAE di Messina ha incontrato il 24 ottobre 2013 scorso la Comunità Islamica di Messina presso il loro Centro. Presenti i soci del SAE, gli amici simpatizzanti e membri della Comunità islamica. Hanno condotto l’incontro, unitamente a Daniela Villari (responsabile SAE), Mohamed Rifaat e Mohamed Aguennouz, rispettivamente presidente e vice della Comunità islamica.
La Giornata ecumenica del Dialogo cristiano-islamico è nata riflettendo sulla “guerra infinita”, iniziata l’11 settembre del 2001 e tuttora in corso. Questa dodicesima giornata invita a soffermarsi sul tema «Libertà religiosa, base della convivenza civile: un unico Dio, una sola umanità, diritti umani per tutti e tutte».
La presenza di musulmani in Italia – e particolarmente in Sicilia – non è nuova. La cultura e la tradizione italiana sono debitrici per molti aspetti al mondo arabo. In un precedente incontro del 14 dic 2009 sul tema Tra storia e nuova accoglienza era stato messo in risalto dal prof G. Restifo il contributo storico e da S. Amin il contributo attuale. Ultimamente, il fenomeno delle immigrazioni, dovuto a povertà e guerre nei paesi d’origine, mettere a dura prova la già precaria stabilità dell’Occidente e dell’Italia in particolare. Una accoglienza più generosa porterebbe sicuri benefici agli stessi immigrati e alla nazione italiana.
Lo Stato, a più riprese, ha tentato di concludere l’intesa con coloro che fanno capo alla fede islamica. I musulmani, fedeli al loro testo sacro, il Corano, ma anche fedeli alle diverse letture che in tempi e regioni diverse sono state fatte, non trovano accordo tra loro stessi per costituire un unico soggetto interlocutore dello Stato italiano. Per poter rispondere alla richiesta che a loro viene fatta, che cioè – essendo l’Italia uno Stato laico – debbano prevalere nella vita sociale i valori sanciti dalla Costituzione e dalle leggi derivanti, qualora questi valori/diritti/doveri dovessero scontrarsi con il dettato coranico come letto nei diversi Stati di provenienza.
Le questioni del rapporto con il mondo islamico sono divenute importanti anche per la Chiesa. Essa, infatti, a partire dal documento conciliare Nostra Aetate ha sempre più indirizzato la sua attenzione al mondo islamico, sia sul piano dialogico della fede, sia per cercare insieme il modo di realizzare una fruttuosa convivenza a partire dai valori condivisi, sia caldeggiando una prassi di vera amicizia e fraternità. L’ecumenismo, il dialogo religioso è – come scrive nel suo Testamento spirituale ‘Abd Al Wahid Pallavicini – è antidoto ai diversi radicalismi». Conoscersi, quindi, non solo è meglio, ma scaccia via la paura, soprattutto quella della guerra tra civiltà e religioni ancora caldeggiata da potentati della finanza.
Quest’anno, per la celebrazione di ‘Id al-Fitr’ (=festa della interruzione) che conclude il Ramadan, il papa ha ricordato di aver scelto il nome di «Francesco» perché è un santo che ha amato profondamente Dio e ogni essere umano e la creazione tutta, al punto da essere chiamato «fratello universale». Sul suo esempio possiamo impegnarci insieme a promuovere il mutuo rispetto. Verso le persone, la loro vita e integrità fisica, la dignità e i diritti, la identità etnica e culturale, le idee e le scelte politiche. Un rispetto reciproco, condiviso da entrambe le parti. In tale direzione deve andare la formazione delle nuove generazioni: educare i giovani a pensare e a parlare in modo rispettoso delle altre religioni e dei loro seguaci. A tal proposito M. Rifaat ha espresso la volontà di creare presto una biblioteca aperta a tutti.
«Non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri. «Le diverse Rivelazioni irradiano l’irruzione del Sacro nel tempo e verso le differenti comunità umane, in modo che tutti gli uomini siano raggiunti dall’amore di Dio che è grande e misericordioso» (‘Abd Al Wahid Pallavicini). La discussione, ricca e vivace e rispettosa, è stata intercalata da momenti di preghiera, dalla lettura solenne e cantata in arabo dei versetti 19-63 della sura 3, versetti letti poi in italiano e che sono di speciale interesse per il dialogo con i cristiani perché parla di Zaccaria ed Elisabetta, del Battista, di Maria e di Gesù. Sulla Fâtiha che apre il Corano «Nel nome di Dio clemente e misericordioso» si è chiuso l’incontro. (Carmelo Labate).