Mercoledì 30 gennaio 2013, alle ore 18.00
– presso il salone della Chiesa di San Giorgio al Corso, Reggio Calabria,
il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, per il ciclo “Cinema e …”, nella
“Giornata della memoria”,
presenta:
Cinema e Shoah: L’ironia contro l’orrore
L’Olocausto è stato rappresentato nel cinema ricorrendo ai linguaggi e alle modalità più varie. Nonostante la difficoltà ad affrontare il tema del genocidio, “indicibile” e “non rappresentabile” nella sua follia e nel suo orrore, il cinema è riuscito a superare questo tabù ed ha saputo comunque raccontare le drammatiche vicende della persecuzione e dello sterminio degli ebrei, lasciandone indelebile traccia nella memoria collettiva. Molto più intaccabile è apparso invece il tabù della presenza di humour in opere di finzione sulla Shoah, tanto che molti studiosi, intellettuali e soprattutto i sopravvissuti ai campi di sterminio si sono posti una inquietante domanda:
Si può rappresentare con ironia una tragedia come la Shoah?
Il professore Nicola Petrolino, esperto e critico di cinema, cercherà di rispondere a questo difficile quesito, proponendo una lettura critica di brani di quattro film che, in questo senso, sono tra i più significativi e sicuramente tra i più celebri nella storia del cinema: Il grande dittatore (1940) di Charlie Chaplin, Vogliamo vivere (1942) di Ernst Lubitsch, La vita è bella (1997) di Roberto Benigni, Un treno per vivere (1998) di Radu Mihăileanu.
Film che fanno amaramente sorridere ma che fanno anche riflettere su una delle più grandi tragedie della storia, perché, come ha scritto il critico letterario Terence Des Pres: «Nel regno dell’arte, una risposta comica è più elastica, più efficacemente in rivolta contro il terrore e le fonti di terrore di una risposta che sia solenne o tragica.
Il modo mimetico è quello caratteristico di un grande serietà, in quanto l’arte tragica accetta che ciò che è avvenuto passi. Il modo antimimetico è caratteristico della commedia perché l’arte comica resiste al fatto che ciò che si è verificato passi».
Istantanea riflessiva sulle responsabilità del regime fascista
NOTA BLOG – «Ancora oggi a MILANO, alla commemorazione della Giornata della Memoria, Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha dovuto fronteggiare “dichiarazioni che appaiono non solo superficiali e inopportune ma anche, in parte, là dove lasciano intendere che l’Italia abbia deciso di perseguitare e sterminare i propri ebrei per compiacere un alleato potente, destituite di senso morale e di fondamento storico”(la Repubblica). Ancora da (Repubblica)
«Parlando alla fine della cerimonia milanese, Gattegna ha ricordato che “le persecuzioni e le leggi razziste antiebraiche italiane hanno avuto origine ben prima della guerra e furono attuate in tutta autonomia sotto la piena responsabilità dal regime fascista, in seguito alleato e complice volenteroso e consapevole della Germania nazista fino a condurre l’Italia alla catastrofe”. “Furono – ha sottolineato Gattegna – azioni coerenti nel quadro di un progetto complessivo di oppressione e distruzione di ogni libertà e di ogni dignità umana”.
“Le sconcertanti dichiarazioni – ha concluso Gattegna – secondo le quali, nel corso della Shoah, da parte italiana ‘ci fu una connivenza non completamente consapevole’ e le ‘responsabilità assolutamente diverse’ rispetto a quelle tedesche, sono da respingere e dimostrano quanto ancora l’Italia fatichi, al di là delle manifestazioni retoriche, a fare seriamente i conti con la propria storia e con le proprie responsabilità”.»