Messina – «Nel segno dei Santi: San Giovanni Paolo II – Beato Don Pino Puglisi – Servo di Dio Rosario Livatino»

Il  20 e il 21 ottobre 2018 si è svolto all’Oasi Azzurra Village di S. Saba  il  4° Convegno della Consulta Diocesana Aggregazioni Laicali dell’Arcidiocesi Messina Lipari S. Lucia del Mela

«SE OGNUNO FA QUALCOSA,
ALLORA SI PUO’ FARE MOLTO» Beato P. Puglisi

Sintesi Premessa – Motivazione

La recente visita pastorale di papa Francesco in Sicilia ci ha chiarito il tema da proporre per l’incontro di quest’anno, approfondiremo il contenuto, molto ricco e stimolante, della recente Lettera dei vescovi siciliani : “Convertitevi!“, che ricorda la visita in Sicilia, nel maggio 1993, di San Giovanni Paolo II. In quell’occasione apparentemente lontana ma di grande attualità ed importanza anche per il nostro futuro, San Giovanni Paolo II ci pose di fronte alla radicalità del Vangelo che richiede come sappiamo anche dalla vita del Beato Don Pino Puglisi e del Servo di Dio Rosario Livatino una testimonianza d’amore fino al martirio.
Leggendo attentamente il testo dei vescovi siciliani ci poniamo adesso una domanda: come è stato inteso e recepito il Vangelo in Sicilia ed in particolare nella nostra chiesa locale? Abbiamo colto nell’annuncio cristiano un messaggio di liberazione integrale, rivolto ad ogni persona e comunità o abbiamo deformato e mutilato alcuni aspetti fondamentali di questo annuncio? San Giovanni Paolo II ci invitava a compiere un coraggioso esame di coscienza per “proseguire nello sforzo di dare alla vostra terra un volto rinnovato, degno della cultura e della civiltà cristiana che ha segnato la vostra Isola“. Un invito rivolto non solo ai mafiosi ma a tutti noi, invito che anche Papa Francesco ha voluto confermare e rilanciare per rafforzare l’impegno a migliorare le nostre città nella pace e nella giustizia ed opporci a tutto ciò che è contrario al Vangelo.

L’impegnativo compito  di esporre ed approfondire il contenuto della Lettera dei vescovi siciliani “Convertitevi!” è stato magistralmente eseguito dal  teologo Don Massimo Naro, previa l’ammirata amichevole presentazione del prof. Dino Calderone (segretario Consulta Aggregazioni Laicali)

Don Massimo ha iniziato il suo sentito dire richiamando i Doni richiesti nella preghiera finale: PERDONO – LUCE – CORAGGIO.   Perché è innegabile che riuscire a comprendere è difficile e noi ci abbiamo rinunciato.. Così ha ricordato l’espressione di PAOLO VI -“… mi rivolgo a quelli che osano ancora pensare”Populorum Progressio – E poi “Pensare è cristiano è il Logos. I i pensieri calibrati sulla carne del mondo. Proprio per questo suggeriva come più confacente al cristiano, il termine Giustizia  rispetto al termine adoperato Legalità. Infatti anche San Paolo nutriva dubbi sull’efficacia della Legge.

Per comprendersi bisogna dialogare, per dialogare bisogna avere lo stesso Vocabolario. Nel maggio 1993 Dopo le forti parole del Papa ad Agrigento le forze politiche misero in campo l’art.41 bis perso nelle nebbie e dimenticato da molto tempo. Similmente a quanto era accaduto nel 1982 ai funerali del gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa e della giovane moglie Manuela. Quando il cardinale Salvatore Pappalardo pronunciò la frase di Tito Livio «Sagunto viene espugnata mentre a Roma si chiacchiera» (mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata ). Ricordate altre nobili vittime della mafia come il giovane Peppino Impastato, Piersanti Mattarella e … Al termine si è svolto un partecipativo dibattito con autorevoli interventi con il filmato delle sole risposte. 

Nota  di Sintesi – La Lettera dei Vescovi siciliani si rivolge si ai mafiosi ma anche a noi e per la prima volta anche ai familiari dei mafiosi perché tutti abbiamo bisogno di CONVERTIRCI. Il metodo mafioso è un PECCATO che ci pone fuori dalla CHIESA. Questo testo (Lettera dei Vescovi siciliani) non è un compendio di teologia ma un discorso pastorale da svolgere.

In aiuto a chi volesse da laico confrontarsi con il tema dello scorso anno III Convegno “Nel Crogiolo della storia con l’audacia del Vangelo si riportano alcuni brani del prof.re Giuseppe Savagnone.



Utilizzando le categorie delle Virtù teologali FEDE SPERANZA CARITÀ, ha dipanato, con validi ed attuali esempi, solo tre dei tanti grovigli imputabili ad incertezze, sviste ed incompiute opere della Chiesa, rispetto alle indicazioni  delle Costituzioni Lumen Gentium e Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II, riguardanti i Laici. Laici che fanno fatica o non riescono proprio a delineare concretamente il loro profilo, all’interno del Popolo di Dio. Da una parte i clericalisti e dall’altro quelli della Domenica …(quando non ho niente da fare). I Gruppi e le Associazioni nominalmente numerose e attive si sentono più che autosufficienti e di solito sono  svincolate dalla Comunità territoriale, con riti e procedure proprie. Il risultato è che i ‘pensatori cristiani latitano come le bollicine nell’acqua di una famosa pubblicità- «C’è nessuno …?».

Il Sacerdozio derivante dal Battesimo  «Cristo Signore, Pontefice assunto di mezzo agli uomini (cfr. Eb 5, 1-5), fece del nuovo popolo “un regno e sacerdoti per il Dio e Padre suo” (Ap 1,6; cfr 5,9-10). Infatti, per la rigenerazione e l’unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati a formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le opere del cristiano, spirituali sacrifici e far conoscere i prodigi di Colui che dalle tenebre li chiamò all’ammirabile sua luce (cfr 1Pt 2,4-10)».(LG 10) … riguarda tutto il popolo di Dio e lo fa erede legittimo del popolo dell’AT, …Tutti i cristiani, senza esclusione sono chiamati ad essere attivi nella Chiesa di Dio. Oggi è diventato difficile trovare un Laico che segua con impegno questa indicazione in libertà e coscienza. Pochi sono i cristiani adulti nella fede men che mai nella politica.

Dati i tempi stretti della domenica, mi sono perso la presentazione del prof. Maurizio_Aliotta che ha trattato non solo il capitolo Ottavo della Amorisis Laetitia di cui ha chiarito molti aspetti peculiari, poco accessibili ad una prima lettura ed ha poi fornito, in modo molto incisivo, un affresco dell’intera Esortazione inserendola a pieno titolo nella continuazione dei Documenti Conciliari. Quindi un cammino in regola con i dettami del Vangelo della misericordia.. Ha ricordato anche che diverse Diocesi hanno affrontato già da tempo temi simile e coerenti con alcune tracce indicate da questo Documento Sinodale.  Questa Esortazione Apostolica di Papa Francesco ha i connotati di un vero cammino sinodale perchè rappresenta il lavoro prolungato di quasi tutte del Diocesi del mondo arricchite dai suggerimenti che lo Spirito Santo certamente non ha fatto mancare in fase di stesura definitiva.

L’ultimo, prezioso … breve e risolutivo intervento coincide con l’omelia dell’Arcivescovo Giovanni Accolla. Il quale ancora una volta senza perifrasi, in modo diretto e senza fronzoli, ha scandito che i lavoratori devono coltivare tutta la Vigna e non il proprio orticello. Ribadendo che la coscienza dei passati errori serve per non commetterne altri ha invitato alla RIPARTENZA come impegno nel:

«Costruire, insieme, audacemente con un nuovo slancio e un nuovo fervore. Cercare sempre di essere il il sale che da sapore a tutta la ‘pasta delle azioni quotidiane, con la messa in gioco di ogni fibra corporale e spirituale per incontrare il Risorto nei fratelli iniziando dallo straniero, dal povero, dalla vedova …).

Questo 3° Convegno, il primo dell’era Accolliana, (base di ripartenza del cammino laicale), si è avvalso del certosino e per molti versi invisibile lavoro del prof.re Dino Calderone che con le sue doti di fiduciosa pazienza ha saputo ‘cucire, le libertà di ciascun Gruppo facente parte della Consulta.

Nota Blog – prendendo in prestito il titolo -“pochi … ma buoni” -si rende omaggio al gruppo Scuola che da subito ha intrecciato le armi sul tema centrale di tutte le comunità civili. Combattere la dispersione scolastica aiutando concretamente (Oratorio doposcuola S. Matteo) i giovani a nutrire sogni e speranze, impegnandosi ad essere protagonisti consapevoli della libertà che deriva dalla coscienza di sè, dalla formazione, dalla educazione, dalla conoscenza e dall’amore per la cultura. Sappiamo bene che tante volte, per i più svantaggiati, questa è  l’unica possibilità di miglioramento della loro vita. Questa consapevolezza ha arricchito il nostro stare insieme come veri amici che vogliono condividere “le gioie e i dolori” degli… studenti.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *