Festa «ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE» – La parrocchia di S. Elena ha la particolarità di avere la presenza di tre singolari opere che ben esprimono questa Festa. La statua di S. Elena con la Croce ritrovata a Gerusalemme, Il quadro del “Trionfo di Cristo” posto sull’altare del Ringo ed il Crocifisso dell’altare della Chiesa di S. Elena.
Ma ancor di più questa Festa della Esaltazione della Santa Croce, ci invita a “Gloriarci anche noi nella Croce del Signore”, sapendo che «”La passione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo è pegno sicuro di gloria e insieme ammaestramento di pazienza. Che cosa mai non devono aspettarsi dalla grazia di Dio i cuori dei fedeli! Infatti al Figlio unigenito di Dio, coeterno al Padre, sembrando troppo poco nascere uomo dagli uomini, volle spingersi fino al punto di morire quale uomo e proprio per mano di quegli uomini che aveva creato lui stesso. Gran cosa è ciò che ci viene promesso dal Signore per il futuro, ma è molto più grande quello che celebriamo ricordando quanto è già stato compiuto per noi. Dove erano e che cosa erano gli uomini, quando Cristo mori per i peccatori?
Come può dubitare che egli darà ai suoi fedeli la sua vita, quando per essi egli non ha esitato a dare anche la sua morte? Perché gli uomini stentano a credere che un giorno vivranno con Dio, quando già si è verificato un fatto molto più incredibile, quello di un Dio morto per gli uomini?
Chi è infatti Cristo? È colui del quale si dice: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1, 1). Ebbene, questo Verbo di Dio «si fece carne e venne ad abitare i mezzo a noi» (Gv 1, 14). Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi una carne mortale. In tal modo egli immortale poté morire, volendo dare la vita per i mortali. Rese partecipi della sua vita quelli di cui aveva condiviso la morte. Noi infatti non avevamo di nostro nulla da cui aver la vita, come lui nulla aveva da cui ricevere la morte. Donde lo stupefacente scambio: fece sua la nostra morte e nostra la sua vita. Dunque non vergogna, ma fiducia sconfinata e vanto immenso nella morte del Cristo. … » Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo.
(2015) La ‘quarta di Avvento è stata impreziosita dalla presenza di OMAR. Ormai tradizionale impegno di accoglienza dei tempi natalizi della Comunità di S. Elena che ha potuto così salutare,”l’Amico della Domenica“.
Padre Pippo nella preghiera comunitaria ha messo in luce la ‘forza dell’accoglienza e della solidarietà, come Segno del Natale. Da sei anni tramite il gruppo “OMAR OMAR“, la Parrocchia è impegnata a contribuire alla vitalità di una “Casa”, che raccoglie gli emarginati senzatetto che vivono per strada e non ha nessun contributo pubblico ma si fonda unicamente nella Provvidenza
Fratel Carlo (camilliano, Direttore della Casa), invitando tutti a prendere, senza offerta, l’omaggio, (calendarietto da tavolo 2017), ha definito Omar il mite, collegamento tra S. Elena e la Casa della Speranza “Viviana Lisi “.
NOTA OMAR – Lui, OMAR, il marocchino, che fin quasi la metà del 2009, posizionato sui gradini d’ingresso, augurava a tutti “buona missa”.
Era diventato amico di tutti, lui di altra fede, che risvegliava così, forse_inconsapevolmente anche nei più distratti, la ‘chiamata alla Messa in virtù del Sacerdozio comune. Infatti il celebrante, presidente dell’Assemblea, ringrazia Dio a nome nostro “per averci ammessi a compiere il servizio sacerdotale”. Poi un ictus, mise a repentaglio i suoi giorni terreni, ma l’accoglienza nella Casa della Speranza “Viviana Lisi” di Riposto (CT), e la sua forte tempra gli hanno consentito un grande recupero fisico e spirituale.