20 gennaio 2017 – Chiesa di Portosalvo – 103ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
Lettura in musical del libro
“Nel mare ci sono i coccodrilli”
di Fabio Geda – a cura del “Gruppo Agapè“
«Una coniugazione artistica musicale e narrativa di grande spessore. Il Gruppo Agapè ha saputo evidenziare con straordinaria efficacia gli stimoli che provenivano dal racconto dei bravissimi Narratori. Noi, pubblico, siamo stati coinvolti in un processo di totale condivisione delle difficoltà affrontate da un Bimbo di dieci anni e dello straordinario sacrificio della sua mamma. »
L’introduzione di Mons. Letterio Gulletta
Buonasera, benvenuti. Terzo appuntamento che conclude la trilogia proposta dall’Arcidiocesi attraverso l’Ufficio Diocesano Migrantes. Saluto il Diacono Santino Tornesi per aver scelto questa sede per la serata conclusiva ,la prima l’abbiamo vissuta qui con la lettura della Fuga in Egitto , la seconda è stata domenica nella Chiesa di S. Nicolò con la presenza dell’Arcivescovo per la Celebreazione Eucaristica. Questa sera siamo qui per un musical e ringrazio il “Gruppo Agapè” che lo ha ideato e promosso e che questa sera consegna a noi questo messaggio .
Saluto e ringrazio ciascuno di voi, le varie istituzioni qui rappresentate, non le elenco per non dimenticarne qualcuna, comunque ciascuno si ritenga salutato personalmente e ringraziato.
In questa serata rifletteremo, in questa serata proveremo disagio, in questa serata proveremo anche compassione, non commiserazione, la compassione; la partecipazione empatica e simpatica. Ripeto serata in cui ci sentiremo provocati a una vita cristiana e a una vita umana più autentica, vita umana autentica – vita cristiana autentica.
Nel mare ci sono i coccodrilli, sulla terra ci sono gli sciacalli, in cielo ci sono gli avvoltoi. Per fortuna sulla terra ci sono anche gli agnelli, nel cielo ci sono le aquile, ci sono anche le colombe che portano messaggi di fraternità e di pace, colombe che non hanno paura degli avvoltoi, aquile che non hanno paura di volare alto, aquile che non hanno paura e non sono pigre nel segnare orizzonti sempre più alti sempre più spaziosi. Orizzonti e spazi verso i quali rapiscono gli occhi degli uomini.
E allora se “Nel mare ci sono i coccodrilli”, qui stasera ci siamo noi e riceveremo questo messaggio forte UNA MADRE PUR DI SALVARE IL PROPRIO FIGLIO LO ABBANDONA, PURCHÉ’ VIVA, affinché possa vivere, per sganciarlo dagli ami mortali di chi vuole fregare gli altri. E una madre perché il proprio figlio viva lo abbandona con tre consegne: NON RUBARE, NON USARE LE ARMI, NON UCCIDERE, NON DROGARTI, NON PERDERE LA TUA DIGNITÀ’ , non perdere la tua libertà, NON PRIVAR GLI ALTRI DELL’ALTRUI LIBERTÀ’ E NON DETRARRE NULLA AGLI ALTRI, L’UOMO LIBERO abbandonato perché divenga libero, abbandonato perché divenga responsabile, abbandonato perché non rimanga schiacciato e tritato dai denti del coccodrillo e noi questa sera siamo qui perché vogliamo essere simpatizzanti delle aquile, vogliamo essere amici degli agnelli, vogliamo essere colombe di pace, grazie e buona visione.
La presentazione del Diacono Santino Tornesi – Ufficio Migrantes
“Nel mare ci sono i coccodrilli” di Fabio Geda è la vera storia di un ragazzo Enaiatollah che a soli dieci anni affronta un lungo viaggio tra AFGANISTAN PAKISTAN, IRAN, TURCHIA, GRECIA fino ad arrivare in ITALIA alla disperata ricerca di un posto dove potere smettere di lottare per salvarsi e cominciare finalmente a vivere come un bambino. Quella di Enaiatollah è la storia di tanti immigrati forzati che affrontano un viaggio di cui si conosce solo l’inizio ma non la fine di cui si immagina la meta. Una meta che troppo spesso rimane solo un desiderio che si traduce invece in sofferenze e morti. Il lungo viaggio di Enaiatollah è un racconto che fa riflettere, commuove, fa un’immensa tenerezza, insegna molto ed è necessario inserirlo come testo nel periodo in cui si discute giornalmente di Immigrazione Clandestinità, Intolleranza e Razzismo.
Il libro racconta la storia vera di Enaiatollah, un bambino afghano costretto dalla guerra a fuggire dalla sua casa e dal suo paese e ad affrontare, da solo, le incognite di un viaggio pieno di difficoltà. I “coccodrilli” del titolo sono il nome che Enaiat ed altri suoi coetanei in fuga danno proprio a queste difficoltà, di cui il mare nero che attraversano è minacciosamente pieno. Tanti i confini oltrepassati e tante le disavventure del bambino prima di arrivare in Italia, dove finalmente trova una casa ed una famiglia che lo accoglie e che lo aiuta a riprendere i contatti con la famiglia di origine.
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